Quanto tempo si possono conservare le registrazioni delle telecamere?

La durata della conservazione delle immagini registrate deve essere definita in base allo scopo per cui vengono raccolte e al contesto in cui si utilizzano. Secondo il Garante Privacy, nel 2010 il limite per le registrazioni in ambito privato era di poche ore o, al massimo, 24 ore, salvo eccezioni come festività, chiusure aziendali o richieste da parte delle autorità. Oggi, invece, le linee guida indicano che, nella maggior parte dei casi, le immagini dovrebbero essere cancellate dopo pochi giorni, preferibilmente con sistemi automatici.Le aziende devono giustificare eventuali tempi di conservazione più lunghi, dimostrando la necessità di queste scelte in base al principio di responsabilizzazione previsto dal GDPR (art. 5, comma 2).

Come proteggere le registrazioni da accessi non autorizzati?

La sicurezza delle immagini registrate dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di impianto e il contesto in cui viene utilizzato.

Il GDPR (art. 32) impone di adottare misure di sicurezza adeguate in base alla tecnologia disponibile, ai costi e al livello di rischio per la privacy delle persone coinvolte. Inoltre, è fondamentale seguire il principio di privacy by design (art. 25), che prevede la protezione dei dati fin dalla fase di progettazione del sistema e per tutta la sua durata.

Ogni impianto di videosorveglianza dovrebbe essere configurato per garantire un accesso sicuro alle registrazioni, evitando intrusioni o utilizzi non autorizzati.

Perché è importante la manutenzione del sistema di videosorveglianza?

Per mantenere il sistema di videosorveglianza sicuro ed efficiente, è essenziale effettuare controlli regolari e aggiornamenti tecnici.

Oltre alla manutenzione fisica delle telecamere e delle apparecchiature, potrebbe essere necessario aggiornare anche la documentazione, come cartelli informativi e informative sulla privacy, per riflettere eventuali modifiche nel funzionamento dell’impianto.

Se il sistema viene aggiornato o modificato, le aziende devono rivedere anche la DPIA (Data Protection Impact Assessment), obbligatoria nei luoghi di lavoro secondo l’art. 35 del GDPR, per garantire il rispetto della normativa sulla protezione dei dati.

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